Un romanzo di Daisaku Ikeda sul tema dell'amicizia.
333 a.C. Alessandro Magno, volto alla conquista dell'Oriente, contrae una grave malattia. Nessuno fra i sapienti del suo seguito riesce a trovare una cura che possa strapparlo alla morte. Ma nella quiete notturna dell'accampamento, come il morbo gli consuma lentamente il corpo, un dubbio tormentoso gli dilania l'anima. La pozione preparata per lui da Filippo, il fedele amico d'infanzia e medico personale, è un farmaco o un veleno? Rapido come il vento, mandato da uno dei suoi generali, giunge un messo a cavallo, per consegnargli la lettera su cui è vergata la risposta: Filippo è un traditore. Il giovane e invincibile re si troverà dunque a chiedersi se prestare fede al messaggero e rinnegare l'amico di sempre, oppure portare la coppa alle labbra e rischiare la vita. Il mondo classico incontra l'insegnamento buddista e offre al maestro Ikeda l'occasione per celebrare, in un libro avvincente e prezioso il valore della lealtà e dell'amicizia.
La vera amicizia non si basa sul calcolo. Oro e ricchezza non possono comprarla. Essa ci rende migliori: tira fuori le nostre qualità, ci aiuta a rendere felice l'altro e, mentre ci sforziamo di farlo, ci dà gioia. Perciò, l'amico è come un secondo se stesso; nell'amicizia due persone diventano una sola e un legame di questo genere possiamo definirlo come la vita.